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martedì 3 marzo 2020

02.03.2020: da Iquitos (Perù) a Leticia (Colombia)

Le 3:30 siamo pronti a partire!
Stamattina levataccia alle 2.30 della notte per andare alle 3 al porto di imbarco con un taxi ordinato preventivamente ieri sera. E' ancora notte fonda e piove, per fortuna non più così forte come quando ci siamo svegliati. Smetterà poi appena saliti sull'imbarcazione e in seguito il tempo rimarrà per tutto il viaggio nuvoloso con qualche raggio si sole. L'imbarco, compreso il controllo del passaporto, è molto rapido e alle 3.30 siamo già sistemati su questa apparentemente nuova e comoda imbarcazione. La Eduardo I, della EduExpress, è stata costruita dalla ditta Gastaldi, forse made in Italy?
Isola galleggiante .. abitata!
La velocità di crociera rilevata dal mio GPS è da 20 ad al massimo 28 nodi. L'altezza del fiume è di 106m (a Iquitos) e 86 (a Santa Rosa) con una pendenza, che per una distanza di ca 1'200km, non è niente! Il fiume quindi sembra immobile, solo i tronchi e rami galleggianti ci indicano che l'acqua lentamente scorre. Anche se, secondo quanto dettoci durante il tour di ieri da Fredy, la corrente che erode in continuazione le rive è un grave problema e può avere un ritmo di erosione di fino a 5m all'anno. In tanti posti lo si nota dai tanti alberi appena caduti nel fiume o
dalle rive, che sono di pura sabbia, scoscese. I villaggi, anche di poche semplici case si susseguono, ma solo una parte di essi riesco a identificarli sul mio GPS o sulla cartina geografica. Sembrano essere insediamenti dispersi nel nulla. E, quello che vediamo noi è solo la facciata,
Vistose erosioni delle rive
dietro il fronte degli alberi e arbusti possono esserci ancora molti altri insediamenti. Sul fiume, a parte qualche barchetta in vicinanza dei villaggi, e qualche vecchia, lenta e sgangherata nave cargo, sembriamo di essere i soli in navigazione.
L'imbarcazione continua a fare qua e la fra le due rive mentre dal GPS riesco a vedere le scorciatoie che prendiamo fra le varie ramificazioni del fiume.  A tratti vediamo molto legname galleggiate  e in tanti tratti il pilota sceglie dei canali laterali relativamente stretti anche per raggiungere i villaggi discosti dal fiume principale. Il viaggio è in se monotono ma seguire le due rive del grande fiume color cacao alla ricerca dei dettagli ha un suo particolare fascino. Alle 9 facciamo la prima fermata a Pebas,uno degli insediamenti più grandi del percorso, dove scendono alcuni militari. Qui la presenza militare, anche per la vicinanza delle frontiere con la Colombia ed il Brasile è abbastanza visibile. Seguono poi altre rapide fermate per far scendere o salire passeggeri durante il percorso. La fermata più lunga è 'Monte Israel' dove salgono le venditrici ambulanti, in gran parte ragazzine, a proporre i loro prodotti. Ne approfitto per comperar loro delle
Pilota alla guida
Maggie in profondo relax 
banane per arricchire il nostro frugale pasto a base di 'pollo y arroz' ricevuto come pranzo.
All'ultima fermata a Caballococha scendono la maggior parte dei passeggeri. Quelli rimasti a bordo sono turisti o peruviani che vanno in Colombia. Costeggiamo poi per alcune decine di km la frontiera con la Colombia passando davanti a Puerto Narino e a vari insediamenti militari colombiani.
Il percorso di oggi sarà: Iquitos Puerto ENAPU – Indiana – Oran - Pebas – Triunfo – Condor – San Antonio – Beiruth – Monte
Israel – Yarina - San Pablo de Loreto – Alfaro – Chimbote -  Caballococha - Puerto Nariño (in Colombia) – Santa Rosa.


 Da Santa Rosa attraverseremo poi il fiume con una 'lancha' per raggiungere dall'altro lato Leticia in Colombia.
Questa di oggi è stata tutta un'altra esperienza di quella della prima navigazione fra Pucallpa e Nauta dei giorni scorsi: qui si è più comodi, si riesce a vedere
Arrivo a Leticia
meglio, ma è molto ... molto più rumoroso. L'aria condizionata è un po' esageratamente fredda, e ne farei volentieri a meno. Il  rischio è di prendere il raffreddore. Per evitarla mi rifugio nel reparto di dietro dove trovo un finestrino aperto che mi permette, oltre che di evitare il raffreddore (non così interessante al tempo del Coronavirus), anche di fare foto senza il filtro della finestra in plexiglas.  Raggiungiamo il piccolo porto di Santa Rosa, con una ventina di passeggeri a bordo, che sono le 15, dopo quindi 10.5 ore di rumorosa navigazione. Quando si spegne il motore ci sembra di avere le orecchie anestetizzate! Contrariamente a quello
Migration Peruviana a Leticia in Coombia
che mi sarei atteso siamo in pochi i turisti stranieri a bordo. Con una piccola 'lancha' attraversiamo il Rio Amazonas per raggiungere la 'Migration del Perù', qui stranamente sul territorio Colombiano per timbrare l'uscita dal paese. Tutto procede 'sin problema'. Lo strano è che tutte le guide dicono di far timbrare l'uscita dal Perù a Santa Rosa, mentre lo si può fare più comodamente a Leticia. Ora abbiamo 24 ore di tempo  per entrare o in Colombia o in Brasile. Ma non penso che vi sia un controllo rigido da queste parti. Noi comunque entreremo domani in Brasile per poi procedere verso Manaus.
Per il centro di Leticia (Colombia)
Intanto, dopo aver cambiato i nostri rimanenti Soles peruviani in Peso Colombiani, ci spostiamo sulla Plaza principale per dissetarci con un 'jugo de Maracuyà' e cercare un alloggio.
Dove andare da Leticia?
  Troviamo a pochi passi l'Amazonia Real con un buon rapporto prezzo/prestazione. Per prima cosa qui essendo in una regione molto discosta dalla Colombia e raggiungibile solo con voli aerei, tutto è più caro. Poi fatto un'esplorazione a piedi del centro dove spiccano i molti casinò e le 'casas de cambio' facciamo una ottima cena a base di un ceviche vegetariano, hummus come 'entradas', seguita da 'pescado frito'. Leticia non è una città tanto consigliata per girare di notte. Tranquillizza però la notevole e ben visibile presenza di militari e polizia.


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