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domenica 9 febbraio 2020

08-10.02.2020 a Cajamarca

Que bonita Cajamarca!
Primo giorno: Relax
La sveglia stamattina è alle sette per poi uscire sulla Plaza a cercare un ristorante per la colazione che faremo, senza accorgercene inizialmente, in una filiale dello stesso ristorante, il Salas, dove avevamo cenato ieri sera. Troviamo poi a pochi passi l'ufficio del turismo di  'i-Perü' dove riceviamo molto gentilmente dell'ottimo materiale informativo sulle province che pensiamo ancora di visitare. Dopo aver visitato in lungo ed in largo la grande Plaza de Armas (che preferirei chiamarla Parque central)

La Catedral de Cajamarca
Iglesia de San Francisco
con la cattedrale e la Iglesia de San Francisco, ritorniamo in camera per lavare i vestiti che si erano accumulati e liquidare le diverse pendenze informatiche e non. La città di Cajamarca, che qui la chiamano 'la ciudad del encuentros de los dos mundos' ovvero La città dell'incontro dei due mondi ha avuto un ruolo molto importante nella storia, sia del Perù sia del colonialismo in generale. Fu qui che gli spagnoli, con alla testa Francisco Pizzaro e i suoi 180 avventurieri, incontrarono il supremo Inca Atahualpa che per caso si trovava qui ai bagni termali di Banos per riprendersi dopo la spedizione a nord dell'impero (vedi l'attuale Ecuador) per combattere il pericolo di secessione da parte del fratellastro Huascar.  La storia dice che Atahualpa fu invitato ad incontrare Pizzarro ed i sui proprio sulla piazza di Cajamarca. Era il 16 novembre 1'532 quando i due mondi gli spagnoli, con il loro strapotere bellico da una parte e gli Incas con Atahualpa e il suo seguito di accompagnatori disarmati si incontrarono, o meglio si scontrarono! In ogni modo lo strapotere delle
armi da fuoco degli spagnoli non avrebbe alla lunga lasciato alcuna chance agli Incas. Fu cosi facile per gli scaltri spagnoli, che con Hernan Cortez avevano già conquistato gli Atztechi, a catturare e fare prigioniero l'ingenuo Atahualpa. Il pretesto fu che Atahualpa avrebbe lasciato cadere a terra la bibbia che il frate Valverde gli aveva dato in mano. L'operazione si concluse con la mattanza di quasi tutti gli accompagnatori e la cattura di Atahualpa. Il resto della storia lo racconterò domani quando visiteremo 'el quarto del recate', la camera del riscatto. Noi intanto dopo esserci rinvigoriti
La Luna sacra degli Incas

con un ottimo 'mokachino al Deli Cafe' partiamo a piedi per salire sul 'Cerro de Santa Apolonia'. Una collina, che vista dall'alto sembra un'isola in mezzo alla città storica. La vista dall'alto della collina con il sole che va verso il tramonto spettacolare. Da qui si vede molto bene il Centro storico e tutti i quartieri periferici dato che la città è dentro un catino in una valle molto verde e fertile. La città ha saputo conservare, malgrado tanti tetti in lamiera una grande integrità architettonica. Adesso mi viene in mente perché il  che abbiamo incontrato ieri a Leymebamba ci ha detto che Cajamarca è come Cuzco quaranta anni fa. Al rientro verso l'hostel passiamo da alcune agenzie per informarci sui Tour che possiamo fare i prossimi giorni.

La camera del riscatto
Secondo giorno: visita a Baños del Inca
Oggi abbiamo la stra-fortuna avere una bella giornata, già alla mattina abbiamo tanto sole e caldo, nel pomeriggio la temperatura salirà fino a 25 gradi! Ottime condizioni dunque anche per che va, come noi, ai bagni termali!!
La colazione la facciamo a ristorante Los Faroles dell'Hotel Cajamarca, ottima e veramente a buon mercato tenuto conto che è un Hotel a 4 stelle. Passando a lato della 'Iglesia de San Francisco' vediamo aperta l'entrata per la visita del 'Cuarto del rescate'  (la camera del riscatto) che avevamo trovato chiusa ieri sera.  Si tratta della
Baños del Inca
Nella vasca Imperiale
camera che gli Incas riempirono di oro e argento per riavere libero l'Inca Atahualpa. Storicamente non è sicuro se furono gli spagnoli ad esigerlo o gli Incas a proporlo dopo aver visto quanto i conquistadores erano avidi di questi metalli. Metalli che per gli  avevano solo un valore decorativo, per cui non capivano l'avidità degli spagnoli.  Di fatto sta che in pochi mesi portando oro e argento da tute le parti del regno la camera fu riempita fino all'altezza che poteva alzare il braccio l'Inca. Gli spagnoli però non mantennero la promessa e fecero
La sorgente termale
giustiziare lo stesso Atahualpa il 29 agosto del 1533. Lo scontro fra i due mondi fini così con un genocidio; uno dei più terribili della storia umana. Si calcola che la conquista spagnola dell'America latina provocò la morte del 80 – 90% della popolazione india, che si ipotizza potesse aver avuto 30 milione di abitanti. La causa maggiore fu il contagio con malattie a cui gli Indios non avevano resistenze, come l'influenza, il colera, ecc..  Anche se involontario, fu il primo uso di armi di distruzione di massa fatto sulla popolazione di un intero continente. Noi poi dopo la visita prendiamo un taxi per farci portare, per i 7 km, che
separano Cajamarca dal paese di Baños del Inca, proprio dove soggiornava Atahualpa quando arrivarono gli spagnoli. Oggi è domenica e sono già le 10 per cui, naturalmente vi è già molta gente e ci tocca attendere il nostro turno per entrare nella camera dove si trova una vasca che viene ogni volta riempita con acqua nuova. La temperatura alla sorgente è di 80 gradi, ma mescolandola a piacimento con quella fredda si riesce ad avere la temperatura voluta. Ogni turno dura 30 minuti poi si raccomanda, anche per motivi igienici-sanitari di uscire. Fatto il nostro turno facciamo ancora un giro dell'intera infrastruttura con le varie vasche di attesa a varie temperature, una piscina con 'agua templada' e il celebre Pozo del Inca. Dove si dice riposava lnca Atahualpa quando gli giunse il famigerato invito di Pizzarro per l'incontro del giorno dopo a Cajamarca. Oltre ai bagni termali, delle infrastrutture per i giochi infantili e qualche ristorante qui non vi è molto altro, per cui dopo un rinfresco ed un pezzo di torta in una locale pasticceria, rientriamo con un 'colectivo' fino a la Plaza de la Recoleta. Da qui a piedi raggiungiamo a piedi il Parque Central. In un negozio della Calle Puga ci imbattiamo in un negozio che vende 'Queso tipo Suizo' di analogie con i nostri formaggi ne vediamo ben poche. Il venditore ci dice che alla gente piace e ne vorrebbe vendere di più.

Cajamarca dal Belvedere
Terzo giorno: escursione a Cumbe Mayo
Stanotte ha piovuto forte e di continuo e stamattina mentre sto scrivendo piove ancora, ma le previsioni danno il ritorno del bel tempo in mattinata. Dopo la colazione al vicino ristorante Salas ci rechiamo all'agenzia che avevamo prenotato il Tour a Cumbe Mayo, o anche scritto Cumbemayio. La partenza sarebbe alle 8.30, ma finché arrivano tutti sono passate le nove. La nostra guida oggi è la giovane Silvia che abbastanza speditamente cerca di dirigere il gruppo, dove noi siamo gli unici stranieri. Gli altri sono peruviani e la maggior parte di loro giovani studenti.
Vediamo subito che la disciplina non è il loro forte, per cui Silvia continua a richiamarli. Sul bus mentre ci spostiamo al primo punto del tour Silvia ci racconta la storia di Cajamarca, della loro cultura e dell'incontro con gli spagnoli avvenuto proprio qui. Senza mezze parole ci dice subito che non fu un incontro fra due mondi, ma uno scontro che diede inizio a un vero e proprio etnocidio di un popolo. Ci fa inoltre un dettagliato istoriato sugli eventi e sui vari personaggi che fecero la storia di tutto un subcontinente!

Il primo stop del Tour è a Bellavista da dove possiamo ammirare dall'alto tutta la città di Cajamarca e la sua regione circostante. Poi il bus continua a salire su una ripida strada non asfaltata fino ai ca 3'500 dell'entrata al parco. Il paesaggio è contrassegnato da formazioni
rocciose rosso vivo e con forme bizzarre. Si inizia con il passaggio fra un canale strettissimo, che noi rinunciamo per fare il giro più lungo e tranquillo all'esterno. Poi con le indicazioni della guida Silvia percorriamo i circa 2Km fra queste formazioni rocciose
con ognuno che cerca di individuare la forma simile a qualcosa di conosciuto: qualcuno vede un lama, un cammello, un pirata, un iguana ecc.  Ma la ciliegina finale sulla torta è la visita dei canali nella roccia costruiti dalla popolazioni pre-incaiche dei Cajamarca. Sono vere e proprie opere di alta ingegneria idraulica che furono impiegate già 3'000 anni fa per approvvigionare di acqua non solo le culture agricole, ma anche
la città di Cajamarca. Per nostra fortuna anche oggi, malgrado le minacciose nubi, siamo stati risparmiati dalla pioggia. Dopo il rientro in città ri-passiamo in centro al 'Deli Cafe' per farci servire due  mokachinos con la ottima 'tort a de zanahoria' (torta di carote). Nel tentativo di riservare online, con un collegamento WiFi misebile, il viaggio in bus di domani fino a Chiclayo faccio un casino e mi trovo con i
biglietti per un viaggio Chiclaio – Cajamarca invece del contrario. Non mi resta che andare in taxi al terminal della compagnia La Cumbe per far rettificare i biglietti.  Durante il rientro a piedi fatto spesa in una panetteria per la colazione di domani, dato che il nostro bus parte già alle 7 di mattina. Cena poi allo stesso ristorante  dell'hotel Cajamarca dove fatto colazione ieri.

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