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domenica 22 dicembre 2019

22.12.2019: Mompiche, tour en la selva

Guarda li!
Ci alziamo alle sei con le prime luci dell'alba per prepararci al 'tour en la selva' prenotato ieri e che parte alle otto. Facciamo poi giusto in tempo a trovare un ristorante aperto a quest'ora e a fare colazione. Alle otto in punto siamo pronti e veniamo accolti da due giovani ragazzi che poi scopriamo essere fratelli e figli di Santo, l'agente che ci ha venduto ieri il tour. Sono JanPierre di diciotto anni e Yosua di sedici anni, sono giovani, ma ci dicono di conoscere bene la zona dove andremo. Partiamo in taxi per uscire dal paese di Mompiche avvicinarci al limite della zona boschiva.


Ecco la scimmia urlatrice
 Da qui partiamo per una prima parte in salita fra arbusti e tante piante di zenzero. Il percorso non è per niente demarcato e anche le nostre guide devono cercare i passaggi fra la folta vegetazione. Ad un certo ponto JanPierre ci mostra un grande albero ci dice che è l'arbol del curandero', l'albero dello sciamano che cura gli ammalati. Le foglie verdi fatte bollire sprigionano una forte essenza, molto più forte dell'eucaliptus e riesce a curare tante malattie. Come esempio citano il loro cugino Svizzero che era qui fino a ieri in vacanza ed era fortemente raffreddato ha beneficiato pienamente della cura della nonna con le foglie dell' 'arbol del
La garza negra
curandero'. Un po più oltre dopo essere entrato nella foresta riusciamo a vedere un gruppo di scimmie fra i rami di un albero molto grande. Si tratta di una decina di scimmie urlatrici appostate con diverse piccole scimmiette fra i rami del maestoso albero. Le due nostre guide sono quasi fuori di se dalla gioia di poterci mostrare 'los monos'. Ci dicono che non sempre capita di vederle, molto spesso capita con i turisti ecuadoriani. Gli dico che sono gli stranieri a portare più fortuna! Continuiamo poi il nostro giro, ma senza grandi avvistamenti di volattili come Tucani, Loros .. solo due Garze in una pozza d'acqua. Qui il terreno è molto
Il cimitero di Mompiche
secco e malgrado dovremmo essere nella stagione delle piogge la pioggia non vuole arrivare. Sul cammino del ritorno i due fratelli ci raccontano della loro vita che li ha visti a perdere la Mamma otto anni fa e vivere da allora con i nonni. Il loro padre si è risposato e ha avuto una figlia, loro sorellastra che ora ha tre anni. Con un po di tristezza ci dicono di sentire la mancanza della mamma. Ritornando facciamo un giro verso la Playa negra e la punta di roccia sul mare dove c'è il cimitero con la tomba della loro madre che ci mostrano con un certo orgoglio. Passiamo poi la spiaggia davanti il villaggio dei pescatori per rientrare all'hotel.
Pellicani all'attacco
Qui fatta la doccia riceviamo la notizia che l'occupazione la nostra camera per stasera è stata confermata per cui dovremo cercarne un'altra che troviamo subito davanti alla spiaggia con vista sul mare. Mentre sto scrivendo per il Blog sento la brezza e vedo il mare con le barche dei pescatori attorniate da molti pellicani, gabbiani, fregate e altri rapaci che volare attorno per accaparrarsi qualche resto di pesce. Oggi è domenica e anche la gente che gira in spiaggia è molta di più di ieri, ma sono tranquilli e non disturbano la quiete dei turisti, in parte Pe, che bazzicano qui. Sul tardo pomeriggio partiamo verso il villaggio dei pescatori per
trovare un buon ristorante per cenare. Il posto è ben animato da musica al ritmo di cumbia e rumba. Anche il 'pescado' e i 'camarones al vapor' che riceviamo qui sono ottimi e abbondanti. Quando si fa già notte passiamo al ristorante 'Chocolata', un nome un programma … a gustarci 'la buena chocolata caliente'. Come vicini di tavolo abbiamo tre giovani svizzero tedeschi venuti qui per fare surf. Uno si è ferito e ci dice che la roccia da dove partono è un po pericolosa. Intanto ne approfitto della buona connessione WiFi, che all'ostello manca, per aggiornare il Blog e la posta elettronica.



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