Translate

lunedì 30 dicembre 2019

29.12.2019 da Manta a Montecristi a Puerto Cayo

Bici-negozio di banane
Mentre usciamo per colazione incontriamo un venditore di banane che spinge il suo bici-negozio e appena noi gli scattiamo una foto lui si ferma e, invece di reclamare, ci da due banane in regalo. Veramente molto gentile, ma poi vediamo che qui sono tutti gentili e salutano con un sorridente Buones Dias. Anche al ristorante dove facciamo colazione veniamo accolti gentilmente e serviti da re.   L'itinerario di oggi prevede di spostarci sulla costa verso sud, ma di passare dal paesello di Montecristi, noto, non solo per la Basilica e per essere il paese natale di Eloy Alfaro, il riformatore della politica dell'Ecuador, ma anche perché è un importante centro artigianale dove sono prodotti i sombreros, noti anche internazionalmente come 'Panama hut'.





Plaza Eloy Alfaro
I quali però con Panama non hanno nulla che fare! Specialmente le fibbre usate qui sono ritenuti fra le migliori e pìù raffinate al mondo.
La Basilica
Intanto però noi per partire dobbiamo ritornare in taxi al Terminal dei Bus di Manta da  dove, in pochi minuti, partiamone per Montecristi.  L'attraversamento del centro e la periferia di Manta non è dei più belli per la vista. Molte case precarie, industrie fatiscenti e sporcizia dappertutto contrassegnano questo percorso. Poi si attraversa una breve zona di campagne per arrivare, dopo circa una ora di viaggio, nel centro
Ecco il mio Mocacchino
Negozio di sombreros (Panama Hut)
di Montecristi. Splende il sole e la temperatura è sui 35 gradi per cui andiamo con tutta calma con i nostri bagagli a piedi, in salita, fino alla piazza principale, naturalmente Plaza Eloy Alfaro, conosciuto come il politico liberale che, come primo in Amerca Latina, riformò la costituzione nazionale vincolando la separazione totale fra politica e religione, riformando il sistema scolastico e sanitario. Vedi Wikipedia: Eloy Alfaro.

Tessitrice di sombrero
Anche noi intanto ci insediamo sulla Plaza per un buon rinfresco, mentre a turni facciamo la visita della Basilica e dei molti negozi di artigianato. Verso le 13 dopo la vista e un buon caffè al 'Cafe Delicias' passiamo alla 'Parada' dei Bus per continuare il viaggio verso la costa. Vista l'ora decidiamo di andare fino solo a Puerto Cayo, invece che a Puerto Lopez. Anche stavolta però dobbiamo fare un veloce cambio di Bus a Jipijapa. Poi da qui si passa una catena collinosa, dove la vegetazione cambia totalmente dall'arido al verde, per giungere sulla costa a Puerto Cayo, un piccolo paese di pescatori al limite del Parco Nazionale de Machalilla che siamo intenzionati a visitare. Con un moto-taxi ci mettiamo alla ricerca di un alloggio che troviamo solo alla fine del lungo Malecon dove termina
Ecco i soldi del Presidiente Moreno
la spiaggia e iniziano le prime rocce sul mare. Siamo alla Casa Puerto Cayo che vista dall'esterno sembra un rudere in rovina, ma dall'interno è ancora, diciamo decentemente abitabile. La camera che riceviamo è enorme e abbiamo un bel balcone con vista al mare. Il posto è veramente incantevole, basta non guardare la costruzione
Paesaggio costiero
Stupendo tramonto sul Pacifico
dall'esterno di quello che in passato deve essere stato un complesso alberghiero di gran classe. La sera facciamo la lunga camminata per andare a cena in un ristorante Cabana sulla spiaggia. Con la cena a base di 'cazuela de mariscos' per me e 'camarones a la plancia' per Maggie siamo accompagnati da uno stupendo tramonto. Sicuramente il più bello e colorito dei tramonti dell'attuale viaggio.


Nessun commento:

Posta un commento