Anche se un po a malincuore dobbiamo lasciare questo tranquillo e bel posto per continuare il viaggio di avvicinamento a Guayaquil lungo la costa. Salutiamo dopo la colazione Raul, che anche stamattina ci ha viziato con la colazione. Impacchettiamo poi tutto e prendiamo il primo trici-taxi per il terminal dei bus. Da qui procediamo con un bus della Manglaralto fino a Montanañita.
Sul percorso, dopo appena una decina di km assistiamo ad una straordinarie inattesa trasformazione
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Partenza con un pò di 'saudade' |
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Terminal dei Bus |
della vegetazione e di conseguenza del paesaggio. Dopo una serie di colline e diverse curve ecco che d'un colpo tutto da arido diventa di un verde totale. La bassa vegetazione di arbusti secchi diventa un foresta di piante e alberi tropicali. Intanto vediamo anche che la regione
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Vegetazione tropicale dopo tanto secco! |
è sempre più abitata e ogni pezzo di spiaggia è un posto turistico con infrastrutture di ogni tipo.
Prima di Montañita passiamo dai luoghi turistici di Las Tuna, Ayampe, Portorico e Olòn che ci danno già una prima idea di dove stiamo arrivando. Montañita è difatti la destinazione turistica marina ecuadoriana per eccellenza. In pratica la Rimini dell'Ecuador. Sbarcati dal bus ci troviamo già in mezzo la folla dei turisti, gringos e non, che 'vagabondano' in giro. Come al solito 'deposito' Maggie con i bagagli nell'accogliente Cafè The Wave, dove dopo un rinforzante mocacchino mi metto alla
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Tributo ai surfisti |
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Rimini? - No Montañita! |
ricerca di un buon alloggio. E' alta stagione e molti alberghi sono occupati, ma riesco a trovare una 'abitacion' sul Malecon con vista sull'oceano per un buon prezzo, vedi 40 US$ con colazione. Passiamo poi il resto del pomeriggio e la sera fra le stradine e la spiaggia cercando di schivare i
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Una turista in più |
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In pace con il Buddha |
posti troppo musicalmente rumorosi e sovraffollati. Qui tutto è orientato a soddisfare da una parte i desideri dei turisti e dall'altra quella di 'hacer dinero' da parte dei locali. Troviamo però un angolino tranquillo dove con la protezione spirituale del Buddha riusciamo rifocillarci con dei samosas indiani e del 'jugo de mango' locali. In mezzo al
trambusto un'oasi di pace e tranquillità esiste ancora. La sera assistiamo dalla nostra camera a un fantastico e sensazionale tramonto, specialmente
i colori del cielo dopo che il sole come una palla di fuocoè sparito sotto l'orizzonte sono di unna bellezza quasi da kitch. Facciamo poi cena in ristorante a due strade del Malecon con una, stavolta ottima sopa de mariscos (l'ultima per me e 'pescado e salsa de manì (arachidi)' per Maggie. Per finire terminiamo la serata con una 'pina colada' nella tranquillità del secondo piano di un ristorante con vista sulla 'movida de Montañita'.
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Venti minuti dopo il tramonto del sole |
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